Dicono che sorridere renda belli e che faccia bene alla salute. Sembra banale, vero?
Certo, finché non lo testi sul campo. #CodiceRosso, 50 anni, infarto. In questi casi, sai che contano anche i secondi. E tu sei a 40 minuti dall’ospedale più vicino, su una montagna, e devi arrivare vicino al mare. Quindi via, di corsa.
Con la pratica, però, hai imparato una cosa assurda: far ridere il paziente funziona, anche in quelle condizioni, sotto infarto. Lo fai sorridere e intanto lo curi. È la volta che somministri più farmaci in assoluto. 40 minuti di curve, fiale, tornanti, anticoagulanti, freni e sorrisi mentre
l’ambulanza va e la chiacchierata in napoletano continua. Poi arrivi in ospedale e lo lasci lì, vivo.
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Ti senti libera, come se fossi riuscita a sollevare il mondo. Il giorno dopo ricevi una telefonata dalla Centrale Operativa. La voce di un uomo: "Dottoressa, mi scusi, non sapevo come rintracciarla, così ho richiamato il 118… Volevo dirle grazie. Mi hanno spiegato che se sono vivo è solo grazie a Lei". E quando riattacchi, sorridi.
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